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Pagina web delle giornate di formazione. Cliccando sull'immagine in basso puoi accedere alla presentazione del laboratorio che terrò il 10 giugno. Fai clic qui per modificare. In questi giorni di neve ho approfittato per approfondire il tema del Teaching-based Language Teaching. Lo stimolo è nato riguardando il sito del progetto Petall, un progetto europeo messo in piedi per capire e diffondere la diversità linguistica attraverso l'utilizzo delle TIC all'interno del TBLT. Per il momento ho prodotto una mappa concettuale e una nuova lista su Lystly per prepararmi alla lettura di un paio di testi di riferimento per l'ICT-based TBLT: Task-Based Language Learning and Teaching with Technology e Technology-mediated TBLT. L'idea è di partecipare alla conferenza internazionale di Granada promossa dal progetto Petall con un po' di preparazione. Speriamo che tra la recita di fine anno, la presentzione del portfolio studente e le pagelle riuscirò ad aprire i libri. Come preannunciato nel post precedente, ho partecipato alla formazione per docenti di spagnolo come lingua straniera all'Università del Bosforo. Tanti i temi trattati, dal portfolio del docente all'utilizzo della letteratura e del cinema nella classe di lingua, dalla ludicizzazione della grammatica alle neuroscienze applicate alla didattica, dalle TIC alla flipped classroom. L'incontro è stato molto stimolante e già sto mettendo a frutto nell'aula gli stimoli ricevuti, con molto piacere dei miei studenti (e della mia autostima!). I relatori erano tutti insegnanti di spagnolo presso scuole, università o centri Cervantes. Nonostante nessuno fosse un formatore o un ricercatore universitario “puro” il livello era abbastanza alto. E perché non dovrebbe essere così? Non possiamo aspettarcelo da dei "semplici" insegnanti? La forza di questo evento, ormai al secondo appuntamento, è proprio l'idea che oggi la figura del docente e del ricercatore non sono per forza distinte, anzi il docente non è solo "utilizzatore" passivo di metodologie scritte da altri, ma attore attivo della ricerca metodologica e glottodidattica. È lui che alla fine si trova ad utilizzare la mole di studi mettendo alla prova, sperimentando, aguzzando l'ingegno e la fantasia. Lo studio è guidato da un obiettivo ben preciso: migliorare l'insegnamento contribuendo alla crescita culturale dei propri studenti. La condivisione di esperienze didattiche e ricerche che partono da problemi concreti incontrati nella pratica didattica, sempre se si basano su solide fondamenta teoriche, diventano il miglior modo di diffondere la teoria stessa tra il corpo docente più ampio: attraverso la condivisione di queste esperienze la teoria si afferma come una risorsa indispensabile per un insegnamento di qualità, non un armamentario di termini tecnici da mettersi in bocca all'occorrenza, ma una valida guida all'azione. Ad esempio una delle relazioni più interessanti è stata proprio quella sulle neuroscienze: la relatrice, dopo una breve introduzione dove forniva gli assi teorici sui quali si basava e la bibliografia di riferimento, è passata subito a farci sperimentare una serie di attività altamente flessibili dal punto di vista dell'uso in classe. Le teorie neuroscientifiche applicate alla didattica nel senso vero del termine. E quando dico "farci sperimentare" intendo dire che abbiamo svolto le attività così come le avrebbero svolte i nostri studenti, mettendo in pratica uno dei capi saldi della moderne teorie glottodidattiche, ossia il focus dell'insegnamento è lo studente e qualsiasi cosa intendiamo fare non dobbiamo mai dimenticare di metterci nei loro panni. Una delle organizzatrici dell'evento mi ha detto che l'idea di fare questo tipo di formazione è nata dopo aver partecipato alle giornate di spagnolo presso l'Università di Cipro, dove ho avuto la fortuna di assistere anche io per due anni di seguito quando insegnavo nei corsi estivi della stessa università. È in quella occasione, nel calore di Nicosia, tra lunghi dibattiti e mangiate di suvla, che ho capito che tutte le parole sulla condivisione, il lavoro di gruppo, la strutturazione delle conoscenze nel lavoro comune che cerchiamo di far vivere nella classe di lingue nella nostra pratica quotidiana, non possono poi scomparire quando invece che una lezione di italiano L2 facciamo un incontro sull'insegnamento ludico della grammatica. Lo scambio tra pari, l'unione delle figure del docente e del ricercatore, la conseguente saldatura tra la teoria e la pratica è una prassi quotidiana di gruppi come Insegnanti 2.0, o dei singoli che animano i forum, i gruppi facebook o i MOOCs. Ma anche prima di internet è stata questa la forza dell'innovazione. Basti pensare ad alcune esperienze pedagogiche come quella di Mario Lodi e del movimento di Cooperazione Educativa (e la sua articolazione contemporanea Rete di Cooperazione Educativa) che hanno trasformato la pedagogia infantile in Italia proprio partendo dall'aula, le sue problematiche didattiche (ma anche sociologiche e politiche) ossia dal centro della nostra attività: i nostri studenti. Da lunedì abbiamo abbiamo iniziato l'autoformazione per l'utilizzo della smartboard. Il processo che porta all'utilizzo delle tecnologie informatiche in classe è lungo e può durare alcuni anni, ma da qualche parte bisogna pur iniziare! Usandola mi sono reso conto che alcuni semplici programmi online potrebbero essere molto utili per la raccolta e l'utilizzo dinamico di materiale multimediale che di solito usiamo durante la lezione, molto più che preparare la lezione direttamente sulla lavagna elettronica o su un poweropoint. A margine presenterò anche Storybird e proveremo insieme ai colleghi ad immaginare gli enormi usi che può avere questa inesauribile risorsa di immagini per creare storie. A questo link del laboratorio che svolgerò venerdì presso la mia scuola. Per il prossimo autunno ci sono due appuntamenti molto interessanti per chi ha voglia di formarsi e migliorare il suo insegnamento. Il primo è il seminario nazionale della Lend "Educazione Linguistica e Innovazione" che si svolgerà a Roma il 23 e 24 ottobre e riguarderà il curriculo, le metodologie e gli strumenti dell'innovazione. Il programma è ancora in elaborazione ma qui è visualizzabile un'introduzione con le domande alle quali il seminario cercherà di dare risposta.
La seconda è la ICT for Language Learning, che si svolgerà a Firenze il 12 e 13 Novembre. È un incontro dal respirop davvero internazionale e le aree tematiche toccano tutti gli aspetti dell'insegnamento tramite le TIC. Sul sito ci sono tutte le informazioni utili e i programmi delle edizioni passate. Se ci si iscrive entro l'1 settembre la quota di partecipazione è di 300 euro. |
Gli insegnanti sono come gli squali: se si fermano è perché sono morti. ProfiliArchivio
Novembre 2018
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